In CISL non siamo abituati ad abbaiare alla luna, ma ieri alla lettura del Deliberazione del Direttore Generale n.79 del 29 gennaio 2020 dell’ASL TO5, le emozioni sono state tante ed oltre al classico “pugno nello stomaco” per chi quotidianamente difende con rigore i lavoratori e le lavoratrici del nostro territorio e nello specifico la “Casa di Soggiorno San Giuseppe” di Castelnuovo Don Bosco, c’è stato spazio per l’ amara consapevolezza che in questi anni avevamo ragione nel perseguire la nostra battaglia.
Avevamo ragione quando nel maggio 2016 quando ci fu il cambio appalto nella gestione dei servizi da Coop. Agorà a Coop. Kursana, ora datore di lavoro di più di 100 lavoratori all’interno della struttura, ritenemmo di dover prendere una posizione molto dura nei confronti dell’allora Presidente del CdA della Casa di Soggiorno chiedendone le dimissioni. Il prezzo pagato dai lavoratori in quel passaggio di gestione era troppo salato, e il già Presidente prima si alzò dal tavolo della Prefettura per poi non dare più notizie.
Avevamo ragione quando dicevamo che la Casa di Soggiorno San Giuseppe aveva bisogno di un Direttore a tempo pieno, e che oltre a meritarlo il territorio, oltre a meritarlo la Struttura per i servizi offerti agli anziani (ma non dimentichiamo anche i piccoli bambini del micronido) , era comunque insufficiente un Direttore part-time, e che questo avrebbe creato indubbiamente una sofferenza gestionale.
E avevamo ragione nell’estate 2019, durante il tavolo convocato in Prefettura di Asti, quando assistemmo attoniti per l’ennesima volta a un atteggiamento presuntuoso e indubbiamente poco rispettoso delle Organizzazioni Sindacali e dei lavoratori da parte della Casa di Soggiorno San Giuseppe con la Presidente e il Direttore che intervennero a quel tavolo istituzionale 1 volta su 4 e dando il loro contributo con grande reticenza.
La CISL FP fu l’unica a chiedere le dimissioni di entrambi, durante l’ultimo incontro in prefettura dell’autunno 2019.
Ma dicevamo del pugno nello stomaco.
Il verbale non lascia adito a interpretazioni: oltre all’adeguamento di quanto concerne tutti gli aspetti legati alla Sicurezza citati nel verbale (tema importantissimo che ha visto la CISL FP parlarne di recente in un convegno sulla sicurezza nelle RSA) leggiamo :
[….] “Dalle verifiche della Commissione, oltre a lacune nella gestione generale delle attivita? assistenziali, emerge, in particolare, che non sono state rispettate le scadenze normative sugli adeguamenti strutturali per il superamento del decaduto regime autorizzativo “transitorio” e, pertanto, si rende necessaria l’adozione di provvedimenti restrittivi dell’autorizzazione all’attivita? del presidio, nell’ottica di garantire agli ospiti dei nuclei interessati, i livelli di assistenza previsti dalla normativa vigente, sotto ogni profilo”[….]
Ciò comporta da subito il trasferimento di 21 pazienti in medio alta intensità ad altro presidio socio-sanitario, per non aver provveduto all’adeguamento normativo previsto dal regime transitorio, e per altri 34 oggi accolti impropriamente si danno 90 giorni per il loro trasferimento salvo diversi accordi con l’Unità di Valutazione Geriatrica Competente.
Inutile spiegare che 55 posti letto in meno in quella struttura siano un prezzo troppo alto per gli utenti interessati e per le loro famiglie, e sono un prezzo troppo alto per i lavoratori e le lavoratrici che oggi insieme alla CISL FP urlano la loro rabbia per non essere mai stati ascoltati, per aver avuto ragione quando nel 2016 chiedevano la presenza del Presidente del CdA in una difficile vertenza.
La CISL FP chiede a gran voce che chi ha sbagliato si faccia da parte, confermando la propria presenza a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici anche questa volta.
Alessandro Delfino
CISL FP Alessandria Asti