Sarà certamente un 1° Maggio indimenticabile, senza manifestazioni, senza cortei, niente sventolare di bandiere, nessun comizio e probabilmente senza scontri reali e verbali.
Probabilmente se ce lo avessero pronosticato qualche anno fa non ci avremmo mai creduto, avremmo parlato di profeti di sventura o di immagini da film di fantascienza ed anche un po’ menagrama.
Invece è successo che un virus ha cominciato a diffondersi in un Paese lontano e via via è arrivato fin da noi e ha pervaso, chilometro dopo chilometro, tutto il mondo.
Ed è per questo motivo che oggi per la prima volta il 1° Maggio, nell’anno 2020, è una festa virtuale, tutta social, poco fisica e meno rumorosa e liturgica del solito.
Ma nonostante tutto il 1° Maggio c’è, resiste, è sentito, è riconosciuto, è celebrato ed è amato.
Finché ci saranno lavoratori, lavoro, libertà, democrazia, giustizia e ingiustizie, finché ci sarà bisogno di tutele, necessità di aiuto, esigenza di risposte, fino ad allora ci sarà il sindacato e la festa dei lavoratori.
Anche quest’anno festeggiamo il 1° Maggio, certo in modo diverso ma ancora in modo più sentito.
Festeggiamo allora ricordando tutti quelli che ci hanno lasciato in questi ultimi mesi, quelli che si sono ammalati e sono guariti, quelli che stanno ancora lottando la battaglia più importante.
Festeggiamo ringraziando quelli che, in prima linea, hanno assistito, curato, sostenuto, accudito chi si è ammalato. Sono professionisti della sanità, del sociosanitario e assistenza, personale anche ausiliario, tecnico, amministrativo del pubblico e del privato convenzionato e accreditato.
Festeggiamo ringraziando tutti quelli che responsabilmente osservano le norme restrittive di questo periodo e stanno a casa.
Festeggiamo ringraziando tutti coloro che hanno trasformato il loro lavoro in “lavoro da casa” e hanno permesso, così, al Paese di non fermarsi, dimostrando, attraverso il miglioramento della produttività, di non essere “furbetti” ma dei seri professionisti in grado di mandare avanti la macchina pubblica in momenti di grande difficoltà.
Festeggiamo dicendo grazie a tutti coloro che operando in servizi essenziali, in primis le forze dell’ordine tutte fino ad arrivare alla polizia locale, sono stati e continuano ad essere a rischio continuo.
Festeggiamo stando accanto a tutti i lavoratori che oggi temono per la salute loro dei loro cari e per questo chiedono a gran voce sicurezza nei luoghi di lavoro.
Festeggiamo con quei lavoratori che temono perché è a rischio il loro posto di lavoro
Festeggiamo anche con chi il posto l’ha perso o non l’ha mai avuto.
Festeggiamo oggi perché gli atri giorni lavoriamo insieme per costruire nuove opportunità, tutele, risposte e prospettive di futuro
Buona festa dei lavoratori a tutti. Oggi e in futuro.
Sergio Melis